Torino e la sua provincia

2. Dall’armistizio al consolidamento del sistema di controllo e sfruttamento

Torino e provincia

Il Torinese viene investito dall’occupazione tedesca tra il 10 e l’11 settembre 1943.
Nel capoluogo è un reggimento della divisione SS “Leibstandarte Adolf Hitler” a presidiare i centri nevralgici seminando il terrore con sparatorie improvvise sulla popolazione, investimenti mortali ad opera di automezzi lanciati a grande velocità nei viali di Torino, repressioni sanguinose sulla folla che saccheggia caserme e magazzini per procurarsi cibo e vestiario. In pochi giorni vi sono una cinquantina di morti e parecchie decine di feriti.

Così come sta avvenendo in tutta l’Italia occupata, il 25 settembre 1943, agli ordini del colonnello Felix von Klass, si costituisce la Militärkommandantur 1005 (d’ora in poi Mk 1005) con sede a Torino, nel palazzo degli Alti comandi di corso Galileo Ferraris 29; di lì a breve avviene il passaggio di consegne con il maggiore delle SS, Sandig e il conseguente scioglimento del precedente Comando locale.

Fin dalla sua costituzione, il nuovo organismo di occupazione esercita la propria giurisdizione sulle province di Torino e di Aosta, che insieme totalizzano una superficie di quasi 11 mila kmq, con 288 comuni e una popolazione di circa 1 milione e 400 mila abitanti (censimento del 1936).

Archivio di Stato, Sezioni riunite, Gabinetto di Prefettura, busta 144, carta dei confini operativi della Platzkommandantur di Torino

le Platzkommandanturen (Comandi piazza) insediate ad Aosta, Torino e Pinerolo, delimitate da confini operativi interni alle due province controllate;

Verso la metà di novembre, la Mk 1005 inizia a consolidarsi, articolandosi in:

  • un braccio militare con funzioni repressive: le Platzkommandanturen (Comandi piazza) insediate ad Aosta, Torino e Pinerolo, delimitate da confini operativi interni alle due province controllate;
  • un braccio amministrativo: il Militarverwaltungsgruppe (Gruppo amministrativo militare) costituito da 12 sezioni con un organico medio di circa 60 unità, tra impiegati, interpreti e funzionari. Esso organizza in forma capillare lo sfruttamento economico delle province sotto la propria giurisdizione avvalendosi della collaborazione delle autorità fasciste.

Ortskommandantur Turin 16.9.43 (Archivio di Stato di Torino, Sezioni riunite, Gabinetto di Prefettura, busta 347, fascicolo “Stabilimenti industriali”, richiesta al prefetto, 16.9.43)

Tutte le industrie salvo quelle di vettovagliamento dovranno inoltrare un inventario esatto e delle materie prime e dei prodotti in loro possesso secondo lo stato del 21 settembre 1943

Tutte le Mk lavorano costantemente per fornire periodicamente quantitativi di risorse da inviare nel Reich facendole passare per esportazioni, pagate con il denaro che il governo fascista versa ai tedeschi come tassa d’occupazione (7 miliardi di lire, saliti a 10 nel gennaio 1944). Nel quadro dello sfruttamento si colloca anche la direttiva del Comando militare per l’Italia che impone la progressiva riduzione del traffico privato e l’acquisizione dei mezzi da parte degli occupanti. Da qui derivano gli ordini del Comando economico e dei Gruppi militari amministrativi alle Prefetture con cui si iniziano a porre le basi, già nell’ottobre 1943, per la stretta sugli autoveicoli da sottrarre e dirottare via via nell’economia di guerra.

Archivio di Stato, Sezioni riunite, Gabinetto di Prefettura, busta 147, richiesta del colonnello Bolbrinker al prefetto di una nuova disciplina degli autoveicoli, 8.10.43

la direttiva del Comando militare per l’Italia che impone la progressiva riduzione del traffico privato e l’acquisizione dei mezzi da parte degli occupanti.

Al contrario di quello che si può pensare, il sistema di occupazione non è affatto ordinato e razionale. Alle Mk dislocate sul territorio si sovrappongono numerosi enti, ad esempio il potentissimo RuK o la Todt e molti ancora, facenti capo ad altri centri di potere del Reich. Essi operano spesso in concorrenza fra loro per procurarsi risorse e manodopera e ciò causa non poche tensioni all’interno del sistema di occupazione.
I Gruppi militari amministrativi delle Mk del Piemonte e della Liguria decidono dunque di incontrarsi per definire meglio il proprio ruolo e ritagliarsi uno spazio nell’intricata trama di competenze. Alla fine del novembre 1943, mentre a Torino sono in atto massicci scioperi spontanei nelle fabbriche, i tedeschi devono chiarire questi aspetti e decidere nel contempo la strategia da adottare per disinnescare le imponenti proteste operaie esplose all’improvviso e in forma spontanea proprio in quelle settimane.

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