Dall'armistizio al consolidamento del sistema di controllo e sfruttamento: le MK

Nella foto: Artiglieria semovente tedesca a Torino dopo l’annuncio dell’armistizio, nel settembre del 1943. Di Bundesarchiv, Bild 101III-Pachnike-018-23 / Pachnike / CC-BY-SA 3.0, CC BY-SA 3.0 de, Collegamento

 

Dall’armistizio al consolidamento del sistema di controllo e sfruttamento: le MK

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, l’Italia cade rapidamente sotto il controllo del Reich.
In Piemonte, i reparti della divisione SS “Leibstandarte Adolf Hitler” già il 10 settembre entrano a Vercelli, Novara, Asti, Alessandria e Torino, mentre Cuneo viene raggiunta il 12.
Gli occupanti insediano subito nel capoluogo piemontese una Ortskommandantur (ossia un Comando locale dipendente da Milano) agli ordini del maggiore SS Rudolf Sandig. Ad esso si affianca il Wirtschaftkommando o WiKdo 1 (ossia Comando economico), competente su tutte le province piemontesi, diretto dal tenente colonnello H. Bolbrinker. Di concerto fra i due enti, Sandig avvia immediatamente l’opera di spoliazione delle risorse, ordinando un inventario delle materie prime e dei prodotti presenti nelle industrie torinesi. Un ordine perentorio che è bene non pubblicare sui quotidiani per ragioni che si possono immaginare.

In poche settimane, intanto, i tedeschi perfezionano una struttura su base territoriale che viene estesa a tutta l’Italia occupata. Nascono così 18 Militärkommandanturen (Mk) che controllano di norma due o più province e dipendono gerarchicamente da un Comando generale stanziato dapprima a Riva del Garda, poi a Verona, infine a Bergamo e al cui vertice figura il generale Toussaint.

In Piemonte le Mk sono 4.

  • Mk 1005 (province di Torino e Aosta)
  • Mk 1014 (province di Alessandria e Asti)
  • Mk 1020 (province di Cuneo e Imperia; quest’ultima viene scorporata dopo poche settimane)
  • Mk 1021 (province di Novara e Vercelli)