Asti

2. Dall'armistizio al consolidamento del sistema di controllo e sfruttamento: le MK

Dall’armistizio al consolidamento del sistema di controllo e sfruttamento: le MK

Nel pomeriggio del 10 settembre una colonna del III battaglione della Divisione “Leibstandarte-SS Adolf Hitler”, proveniente da Alessandria e dotata di carri armati e autoblindo occupa il deposito dell’aeronautica di Castello di Annone. Alle 18.30 dello stesso giorno le truppe tedesche entrano in Asti e si dirigono al Comando di Presidio, in piazza Vittorio Veneto.

Il 15 settembre il prefetto Villasanta riceve la richiesta di una dettagliata relazione sulla situazione economica e alimentare e l’ordine in base al quale «tutti gli stabilimenti di produzione di generi alimentari (incluse fabbriche tabacchi e distillerie) situati nella Vostra provincia sono da considerarsi sequestrati dalle Forze Armate Germaniche».

Il 4 ottobre si insedia il nuovo Capo della provincia, Renato Celio; tra i più giovani Capi delle province della Rsi, verrà trasferito a Como nel maggio del 1944, dove rimarrà fino alla Liberazione.  Il giorno dopo, 5 ottobre, sotto la guida dell’ex squadrista e console della Milizia Ruben Arnao, viene fondata la federazione astigiana del Pfr, con sede nella Casa Littoria che domina l’allora piazza Impero, oggi piazza Campo del Palio; il settimanale «La Provincia di Asti» cambia il nome in «Asti repubblicana».

L’Astigiano viene sottoposto alla giurisdizione della Mk 1014, comprendente inizialmente anche la provincia di Pavia, poi assegnata alla Mk 1013 di Milano. Il comando di piazza tedesco, con i suoi uffici amministrativi, si insedia ad Asti il 13 ottobre nella sede della Gioventù italiana del Littorio, in via Natta 7; a sua disposizione un comando periferico della Sicherheitspolizei sotto la responsabilità del tenente Grieser e dei marescialli Georg Wartha e Hannibal Cagol, dipendenti dalla sede di Torino comandata dal capitano Alois Schmid.

Una relazione della Mk 1014 afferma: «La collaborazione con l’amministrazione locale è avvenuta senza attriti. I rappresentanti degli uffici italiani si mostrano molto cortesi e disponibili».

Archivio di Stato di Asti, Fondo Prefettura, Archivio storico di Gabinetto, mazzo 8

Traduzione manoscritta delle disposizioni al prefetto di Asti relative all’insediamento del Comando di piazza tedesco. 19 ottobre 1943.

Il 14 ottobre la prefettura chiede ai comuni della provincia una relazione sulla presenza delle truppe tedesche: a Canelli sono dislocati 350 soldati, 200 sono a Castello d’Annone e a Montemagno, 140 a Costigliole, 120 a Castagnole Lanze, un centinaio a Nizza Monferrato e a Rocchetta Tanaro, una cinquantina tra Albugnano, Buttigliera, Rocca d’Arazzo, Villafranca e Villanova. A questi si aggiungono i circa 250 uomini del comando cittadino. Fonti tedesche parlano di 2.080 militari italiani prigionieri in città ed inviati al campo di raccolta di Mantova.

Il Capo della provincia deve subito mediare con l’occupante tedesco: tra il 21 ed il 25 ottobre, a Montemarzo, frazione di Asti a sud del Tanaro, in seguito al furto di un camion tedesco, un reparto occupa il paese, perquisisce e saccheggia numerose case, arresta e picchia diverse persone, minacciando di incendiare l’intero centro abitato. Celio convince i tedeschi ad accettare una consistente somma di denaro come indennizzo per la merce rubata.

Archivio di Stato di Asti, Fondo Prefettura, Archivio storico di Gabinetto, mazzo 9

Lettera del Capo della provincia Renato Celio al capitano Menzel. Invito al ricevimento presso la Prefettura. 25 ottobre 1943.

Documenti

Archivio di Stato di Asti, Fondo Prefettura, Archivio storico di Gabinetto

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