Novara, Biella, VCO

3. Produzione industriale: fabbrica e conflitti

Produzione industriale: fabbrica e conflitti (novembre 1943- giugno 1944)

Con l’arrivo dell’inverno 1943 la Mk 1021 riscontra un crescente “irrigidimento delle autorità italiane, in particolare dei prefetti”, nel rapportarsi con le direttive del comando tedesco. Contrasti che emergono, ad esempio, per gli errori attribuiti dai tedeschi ai Prefetti sulla questione salariale accusati di aver disatteso le indicazioni della Mk 1021 (espresse nel documento presentato nella sezione 2) e di aver sostenuto aumenti degli stipendi nelle Provincie di Novara e Vercelli. Una decisione dettata da ordini ricevuti direttamente dal Duce che, però, alimentava un spirale inflazionistica bene radicata nell’economia. Nel rapporto di novembre 1943 della Mk 1021 vengono quindi definite modalità per prevenire il ripetersi di situazioni analoghe in futuro, ipotizzando un ampliamento dei poteri dei militari tedeschi, sul modello di quanto stava già avvenendo in altri territori occupati, così da poter impartire direttamente ordini agli uffici italiani.

La questione salariale rientra, nei luoghi di lavoro, nella “tendenza crescente allo sciopero dei lavoratori” nel comparto tessile e metallurgico della Provincia di Novara ma anche in quello industriale e tessile del Biellese. Per il commando tedesco le continue richieste di aumenti e premi salariali rendevano “impossibile una pianificazione ordinata dell’industria”, aumentando la possibilità di utilizzo della forza militare per reprimere queste mobilitazioni che avrebbero potuto intaccare l’attività di aziende al servizio dell’industria bellica tedesca.

Col passare del tempo, è però sempre più il tema del lavoro in Germania ad assumere un ruolo cruciale nel determinare l’atteggiamento della popolazione delle Provincie di Novara (e Vercelli) nei confronti dell’occupazione tedesca. Crescono, infatti, i timori sull’accezione realmente “volontaria” dell’invio di lavoratori, data la necessità di corrispondere ai contingenti di lavoratori da “precettare” per soddisfare le direttive tedesche che riguardavano circa 1.000 operai italiani per l’industria per la sola Provincia di Novara, come indicato in un promemoria per il Prefetto seguito ad un incontro con il Delegato Generale per il Reclutamento Operai per la Germania, Karl Wolff.

Archivio di Stato di Novara, Gabinetto della Prefettura di Novara, Promemoria per l’Eccellenza il Prefetto relativo al colloquio con il Dott. Wolff.

“Per i 1.000 operai che dovranno andare in Germania, si dovranno regolare le cose in modo che ne partano 80 al giorno”

Il reclutamento di manodopera per il Reich viene in larga parte rifiutato dai lavoratori di questo territorio che, riprendono a scioperare. A tal proposito, il gruppo amministrativo della MK 1021 di Novara lamenta ancora una volta una gestione degli scioperi insufficiente da parte delle autorità italiane che, peraltro, avevano negoziato accordi con rappresentanti ministeriali dell’industria bellica del Reich senza alcun coinvolgimento con il comando militare locale.

Di questi scioperi si fa anche menzione nel rapporto della Polizia, settore di Torino e destinate all’Ispettorato Generale Speciale di Polizia presso la prefettura di Milano, del 14 marzo 1944 da cui emergono significative preoccupazioni popolari per il provvedimento tedesco volto a precettare di una percentuale di operai e operaie da inviare al lavoro in Germania. Tensioni e paure molto sentite, in particolare, tra le maestranze femminili, che suscitano l’attenzione e l’intervento del Prefetto di Novara (Capo della Provincia) per bloccare il provvedimento, facendo sponda sull’azione del Ministro Segretario del Partito Fascista Repubblicano.

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