Vercelli

4. Asportazione delle risorse agricole e l’estate partigiana

Piazza Cavour, Vercelli.
Foto di Mongolo1984Own work, CC BY-SA 4.0, Link

Asportazione delle risorse agricole e l’estate partigiana

La pianura vercellese era da tempo sede di un’avanzata e produttiva attività agricola, che generava un notevole surplus ed era orientata prevalentemente al mercato. Coltura dominante era quella risicola, per la quale – stando almeno a quanto scriveva il Gruppo amministrativo tedesco il 21 ottobre 1943 – la provincia era al primo posto in Italia. A tale produzione, naturalmente, le autorità di occupazione rivolsero fin dall’inizio la loro attenzione, essendo uno dei loro compiti principali l’organizzazione dell’esportazione in Germania di derrate alimentari, per le quali il territorio del Reich non era (non era mai stato) del tutto autosufficiente: nel rapporto di dicembre 1943, esse registravano gli ettari disponibili per l’agricoltura, i tipi di coltivazione cui erano destinati, il numero e la dimensione delle aziende agricole; fornivano inoltre una previsione delle quantità di prodotti previsti per l’anno successivo (Va rilevato che nella tabella non è indicata la produzione prevista di riso; a titolo di confronto, nel rapporto di ottobre la produzione di tale cereale dell’anno in corso era stimata in 260.000 tonnellate).

Archivio Istoreto, Rapporti Militärkommandantur Novara, rapporto 14 dicembre 1943 [traduzione in Nicola Labanca (a cura di), Il nervo della guerra… cit., p. 472]

Le autorità germaniche registrano gli ettari disponibili per l’agricoltura, i tipi di coltivazione cui erano destinati, il numero e la dimensione delle aziende agricole.

Che tale compito rivestisse un’importanza primaria nelle attività della MK emerge chiaramente dall’elenco del personale del maggio 1944, dove risulta che oltre metà dei membri della Platzkommandantur di Vercelli erano assegnati alla sezione “Alimentazione e agricoltura” (Ernährung un Landwirtschaft, EuL).

Archivio Istoreto, Rapporti Militärkommandantur Novara, rapporto 15 maggio 1944

Oltre metà dei membri della Platzkommandantur di Vercelli sono assegnati alla sezione “Alimentazione e agricoltura” .

Il prelievo di risorse agricole avveniva in vari modi: tramite acquisto – naturalmente a prezzi favorevoli, il che significava con ogni probabilità vendita forzata – da parte delle autorità di occupazione; tramite requisizione diretta (principalmente per le esigenze immediate dei reparti della Wehrmacht); tramite il sequestro di beni (soprattutto di bestiame), come forma di rappresaglia per la mancata consegna dei quantitativi richiesti agli ammassi. Dalle fonti disponibili, è impossibile stabilire la percentuale delle rispettive forme di asportazione, né ricostruire un quadro esaustivo delle quantità di prodotti asportati. Sembra in ogni caso che le destinazioni delle derrate agricole e del bestiame in vario modo ottenuti fossero principalmente due: l’invio in Germania (ad esempio, nel dicembre 1943 si prevedeva di spedire dalle provincie di Novara e Vercelli 230.000 quintali di riso, più del 5% dell’intera produzione annuale) e l’assegnazione ai servizi di approvvigionamento dell’esercito.

In quest’ultimo caso, oggetto dell’interesse dei servizi EuL erano soprattutto il fieno e gli animali da lavoro, il cui sequestro suscitava grande ostilità fra la popolazione: un esempio si trova nel rapporto del capo della polizia di Torino che viene riportato in foto.

Archivio centrale dello stato, 14 settembre 1944, Il commissario capo di P.S. di Torino all’ispettorato generale di polizia speciale di Milano.

oggetto dell’interesse dei servizi EuL erano soprattutto il fieno e gli animali da lavoro, il cui sequestro suscitava grande ostilità fra la popolazione.

Il forte interesse per la produzione agricola, unito alla necessità di gestire l’approvvigionamento della popolazione – che spettava in primo luogo alle autorità italiane, ma a cui la MK sovrintendeva – fece sì che le forze di occupazione intervenissero a più riprese nell’organizzazione della stessa, imponendo lo sviluppo di colture utili all’economia del grande Reich (ad esempio di piante da olio o di patate) o incitando le autorità italiane a introdurre forme di lavoro obbligatorio nei periodi di grande attività agricola. Il caso forse più significativo è quello dell’organizzazione dell’arrivo in provincia delle mondariso, di cui si tratta nel documento in foto.

Archivio Istoreto, Rapporti Militärkommandantur Novara, rapporto 8 giugno 1944 [traduzione in Nicola Labanca (a cura di), Il nervo della guerra… cit., p. 523]

Il Reich incita le autorità italiane a introdurre forme di lavoro obbligatorio, come le mondariso.

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