Cuneo e provincia

4. Asportazione delle risorse agricole e l’estate partigiana: Cua

Piazza Galimberti, Cuneo.
Foto di Alessandro VecchiOwn work, CC BY-SA 3.0, Link

Asportazione delle risorse agricole e l’estate partigiana

Con la perdita ad est di grandi e fertili territori russi nel 1944, ai tedeschi non resta che razziare quanto di disponibile vi sia in Francia ed Italia secondo un vero e proprio piano di “spoliazione” organizzata e gestita con precisione. Dalla provincia di Cuneo, area largamente votata all’agricoltura, partì ogni tipo di derrata: mais, cereali, frutta, verdura, ortaggi, persino semi e concimi nonché carne e bestiame (fra maggio e giugno oltre 700 vagoni). Per raggiungere questi risultati si dovette aumentare il numero dei prodotti da ammassare, che dai quattro iniziali passarono ai venti di fine 1943. Al fine di migliorare i conferimenti venne applicata una strategia che alternava durezza a moderazione ottenendo all’inizio del 1944 risultati di tutto rispetto. Viceversa si evidenziarono criticità nei raduni di bestiame, che risultarono in calo in quasi tutta la provincia. Va detto che i conferimenti risentirono molto della presenza dei partigiani: nel marzo 1944, in aree non “contaminate” dalla “ribellione” partigiana si raggiunsero ancora tassi elevati di consegna, mentre dove le forze partigiane erano presenti non si andò oltre il 40%. Analoghi provvedimenti di conferimento obbligatorio vennero presi nei confronti della produzione lattiero-casearia ed anche della produzione di salumi e insaccati nonché nell’allevamento dei suini. Un altro settore sottoposto dai tedeschi a sistematico sfruttamento fu il patrimonio boschivo: di fatto la legna sparì dal consumo quotidiano dei cuneesi, costretti a trascorre l’inverno 1944/1945 in condizioni davvero difficili. Nei centri urbani si arrivò ad abbattere per il riscaldamento -gli alberi delle piazze e dei viali.

L’estate 1944 presentò un punto di svolta legato al rapido deteriorarsi delle strutture periferiche repubblicane, al peggioramento della situazione bellica e all’inasprirsi dell’attività partigiana che conosce il punto di massima espansione. La stessa mietitura è difficile da portare avanti e in molte realtà, come nel caragliese, la sorveglianza è affidata ai “CARS”, truppe della RSI specializzate nella lotta antipartigiana, appositamente distaccate allo scopo di proteggere operazioni di trebbiatura e conferimenti. Le formazioni partigiane invitano apertamente i contadini a sottrarsi all’obbligo, raccogliendo i cereali senza consegnarli sicché a fronte di buon raccolto, c’è un cedimento vistoso delle consegne alle strutture repubblicane. Anche il vino, prodotto tipico dell’area sud-orientale della provincia, attira le attenzioni germaniche e subisce un processo simile a quelli summenzionati frenati però, a partire dall’estate ‘44, dall’attivismo partigiano e dalla difficoltà sempre più stringente di spostare merci sia su ruota che su rotaia essendo ormai completamente in mano agli Alleati il dominio del cielo.

Venasca, 16 giugno 1944, partigiani e civili intenti a trasportare in paese il grano requisito in pianura.

Valle Maira, partigiani intenti alla panificazione.

Cuneese, in attesa di conferire il grano all’ammasso.

Magazzino di fortuna nel centro di Bra.

Margarita, personale al lavoro nell’essiccatoio dei bozzoli.

Magazzino di fortuna nel centro di Bra.

Foto e documenti sono conservati presso l’archivio dell’Istituto storico della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Cuneo.

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